La maggioranza è divisa dopo lo ‘strappo’ in Cdm sul contributo di solidarietà

AGI – Un’occasione mancata o un rischio sventato? Dopo la bocciatura della proposta avanzata di un contributo di solidarietà, con l’obiettivo di alleggerire le bollette energetiche per le famiglie, il dibattito fra le forze politiche va avanti e vede spaccarsi la maggioranza su una proposta dello stesso presidente del Consiglio.

Era stato Mario Draghi, infatti, ad avanzare l’idea di un contributo da finanziare con il congelamento degli sgravi fiscali per i redditi sopra i 75 mila euro e destinato a sostenere i redditi sotto i 15 mila euro che rischiano di ritrovarsi in ginocchio per il caro bollette.

Da una parte, il centrodestra e Italia Viva si sono dette contrarie al provvedimento. Dall’altra ci sono Pd, e Liberi e Uguali a sostenere la bontà del contributo. Il Movimento 5 Stelle si sarebbe dichiarato favorevole al provvedimento, con il ministro Stefano Patuanelli, anche se dubbi sull’efficacia sarebbero stati sollevati da altri membri del governo, stando a quanto viene riferito.

Canta vittoria la Lega che, con il segretario Matteo Salvini, insiste nel considerare il contributo di solidarietà un “prelievo fiscale”, alla stragua di una patrimoniale. “Qualcuno, a sinistra, ieri parlava di una patrimoniale: non è il momento di tassare nessuno”, spiega il leader della a margine dell’inaugurazione di Artigiano in Fiera.

“Adesso chiediamo al governo ancora più coraggio”, aggiunge, “per garantire la luce e il gas a famiglie e imprese. Per noi il taglio delle bollette viene prima di tutto”. Su quanto accaduto in Consiglio dei Ministri interviene, però, il Partito Democratico: “È stato un errore respingere in maniera pregiudiziale una proposta del tutto ragionevole del presidente Draghi”, spiega il responsabile Economia dei dem Antonio Misiani per il quale “rimane il tema delle bollette a fronte di un forte aumento dei prezzi”.

Da qui la proposta Pd affinché “i proventi delle aste delle emissioni di Co2 (Ets) siano destinati interamente a calmierare i prezzi delle bollette. Torneremo su questo tema, perche’ aver respinto la proposta di Draghi lascia aperto il tema dell’impatto del cari energia sulle famiglie e le imprese”, assicura Misiani respingendo la lettura che la destra ha dato del provvedimento: “Spiace che sia stata respinta in questo modo anche perché non si trattava di un prelievo, ma del mero rinvio di un anno dell’applicazione della riforma fiscale al 2 per cento dei contribuenti con i redditi più elevati”.

Insomma, “si trattava del congelamento temporaneo dello sgravio fiscale per una piccola parte dei contribuenti: il 2 per cento del totale, quelli con imponibile Irpef più alto”, conclude Misiani. Sul provvedimento si sofferma anche il deputato di Italia Viva Luigi Marattin che ala domanda se, in assenza di un prelievo fosse così sbagliato procedere al contributo, risponde: “Secondo molti di noi sì. In un anno in cui dedichi 8 miliardi annui ad abbassare le tasse (lo sforzo più importante dagli ’80 euro’ di Renzi nel 2014, che impiegarono circa 10 miliardi annui), sarebbe stato veramente curioso dire ‘tutti avranno vantaggi tranne un milione di persone, che non meritano neanche un euro'”.

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