Dalla scopa alla briscola: i giochi classici con le carte napoletane

In momenti morti della giornata o durante le feste natalizie, in famiglia o con gli amici, si tirano fuori mazzi di carte di ogni tipo per divertirsi in armonia e per passare il tempo tutti insieme. Le carte napoletane, che appartengono alla tipologia spagnola, hanno delle forme diverse rispetto ad altri tipi di carte tradizionali. A quando risalgono? Più o meno circa al XVI secolo, lo dimostrano le acconciature e i baffi delle figure che troviamo su entrambi i mazzi. Il mazzo è sempre e solo da 40 carte, è a figure intere e misura 50×83 mm. Tra i giochi più in voga, da sempre, c’è certamente scopa. Quali sono le regole? Scopriamole insieme, sono semplicissime. Ogni giocatore riceve tre carte ad ogni turno, che tiene ben coperte in mano. Sul tavolo ne vengono posizionate quattro scoperte, lo scopo di chi partecipa è quello di raccogliere più carte possibili presenti sul tavolo, lanciando, tra le carte che si hanno in mano, la figura che ha lo stesso valore di quella che si vuole raccogliere.

Esiste anche la possibilità di raccogliere delle figure attraverso la somma di più carte. Esempio: se sul tavolo ci sono due figure che corrispondono rispettivamente al valore 4 e al valore 3, tu, avendo un 7 in mano, puoi raccoglierle entrambe. Si realizza una scopa nel momento in cui, al termine della mano, un giocatore riesce a raccogliere l’ultima carta presente sul tavolo. Come si calcolano i punti alla fine della partita? Ci sono vari fattori da considerare: ottiene un punto il giocatore che ha raccolto più carte degli altri, chi ha raccolto più carte con il seme dei denari, chi ha raccolto il cosiddetto settebello (che equivale al 7 di denari), chi ha realizzato più scope e chi ha realizzato una primiera, raccogliendo più 7 degli altri. Un altro gioco noto, e leggermente differente da scopa, è la briscola. Ogni giocatore, ad ogni turno, riceve tre carte, mentre sul tavolo viene posizionata una sola carta scoperta, che segna il seme di briscola e che viene pescata per ultima.

Ogni partecipante è libero di calare una carta ad ogni turno, si aggiudica la mano chi cala la briscola di valore maggiore. C’è la possibilità che non vengano giocate briscole, a quel punto vince la mano il giocatore che ha calato la carta di valore maggiore dello stesso seme della primissima carta giocata all’inizio della mano. Chi si aggiudica la mano, prende tutte le carte presenti sul tavolo ed apre la mano successiva, decidendo, di conseguenza, il nuovo seme. Le carte più ricercate nella briscola sono il 3 e l’asso, che valgono rispettivamente 10 e 11 punti. Vince la partita colui che guadagna almeno 61 punti dei 120 disponibili. A differenza di moltissimi altri giochi di carte i giocatori di briscola hanno la possibilità di scambiarsi segni in codice o gesti per far capire al compagno di squadra le mosse da fare e le carte che si hanno in mano. I suggerimenti quindi non sono vietati.

Giochi come il tresette vanno ancora molto di moda, essendo piuttosto semplici e divertenti. Esso coinvolge, escluse particolari varianti, 2 o 4 giocatori. Ogni partecipante riceve 10 carte, quando si gioca in 4, quindi con 2 squadre da 2 giocatori, chi ha il 5 di denari deve fare in modo di spostarsi e di fare coppia con chi ha il 4. Colui che ha in mano il 4, comincia il gioco con una carta a suo piacimento. Gli altri sono chiamati a calare la carta dello stesso seme, che prende il nome di “palo”. La presa è di appartenenza della squadra che cala la carta di valore più alto rispetto al palo giocato in quel determinato turno. Nel momento in cui non si possiede nessuna carta del palo giocato, si ha la possibilità di calare qualsiasi altra carta ma non di effettuare la presa. In base alle carte raccolte ad ogni mano, si calcola il punteggio effettuato. Vince la squadra che totalizza un determinato punteggio, che, in base all’area geografica nella quale si gioca, può essere 21, 31 o 41.

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