La fronda dei parlamentari che non vuole Zelensky a Montecitorio

AGI – Domani il presidente dell’Ucraina Zelensky parlerà in video al Parlamento italiano. Un appuntamento che rischia di creare nuove tensioni nel M5s.

Formalmente sono tutti con Giuseppe Conte, cioè a favore della linea che dà pieno sostegno a Kiev, ma tra deputati e senatori pentastellati non mancano le fibrillazioni.

A cominciare dal presidente della Commissione Esteri del Senato, Vito Petrocelli, che non sarà in aula. È lo stesso che ha votato no alla risoluzione sulla guerra in Ucraina, suscitando molte polemiche e richieste di dimissioni da parte degli altri gruppi politici. In quel caso il leader del M5s, a cui la decisione era stata anticipata, ha bloccato “la caccia alle streghe”, derubricando il caso a posizione personale.

Ma domani potrebbe scoppiare di nuovo lo scontro sia dentro sia fuori il Movimento.

Intanto, Petrocelli ha confidato ad alcuni colleghi i suoi dubbi e il dispiacere nei confronti del leader del partito: “Non mi ha nemmeno risposto, ma lo sa del dl presentato nel 2019 per limitare ancor più le esportazioni di armi ai Paesi in guerra? Della proposta, primo firmatario Ferrara, che oggi prende le distanze, che ho sottoscritto con altri 63 senatori, anche ex M5s, nessuno lo informa? Certo non la vice Taverna, che quel dl non l’ha mai firmato”.

C’è tensione tra i pentastellati. È intervenuta anche la deputata Enrica Segneri: “Non sono e non mi sento filorussa ma domani non sarò in Aula a sentire Zelensky” ha detto all’AGI. Non ha negato di essere molto amareggiata per essere stata additata come sostenitrice di Putin: “Non è vero, sono vicina alla comunità Lgbt e non potrei mai essere al fianco di una persona che non riconosce i diritti, vengo da un’altra storia”.

La parlamentare del M5s è critica nei confronti dell’Unione europea che, dice, “potrebbe avere un ruolo più autorevole e importante”.

Ha precisato anche di non condividere l’idea di alcuni suoi colleghi che vorrebbero invitare a parlare in Parlamento anche il presidente della Russia: “Non ne capisco il senso e non lo trovo opportuno”.

Agli antipodi della senatrice ex M5s, ora nel Misto, Bianca Laura Granato: “Putin sta conducendo una importante battaglia, non solo per la Russia, ma per tutti noi, lui sta facendo questa battaglia perché non ha accettato l’agenda globalista che è stata imposta pure a noi, quindi a tutti gli Stati dell’Unione europea”.

Dal canto suo, Giuseppe Conte guarda avanti: sul conflitto in Ucraina, “come Movimento, la nostra linea è stata chiara fin dall’inizio. Siamo fermi nella condanna della Russia per questa aggressione militare non provocata, non giustificata” ha detto a Caivano, nel Napoletano, dopo l’incontro con don Maurizio Patriciello.

Poi ha aggiunto: “Dobbiamo però lavorare anche perché il governo, la comunità europea e quella internazionale a tutti i livelli istituzionali facciano la massima pressione per indirizzare il conflitto verso una soluzione politica, non c’è altro orizzonte che una soluzione politica. Questo significa cessare subito le ostilità e lavorare a una ripresa dei negoziati per un futuro pacifico per l’Ucraina, nel segno della sua autodeterminazione”.

Ma la fronda anti-Zelensky cresce anche in altri partiti, come in Alternativa, la componente ex M5s che ha dato vita a una formazione autonoma, secondo cui il discorso di Zelensky è una “operazione di marketing”. 

Come parlamentari di Alternativa “non parteciperemo alla seduta comune delle Camere in cui è previsto l’intervento in tandem in videoconferenza del presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, e del presidente del Consiglio, Mario Draghi”, hanno fatto sapere i parlamentari di Alternativa.

Defezioni previste anche nella Lega: non saranno in aula i parlamentari Simone Pillon e Vito Comencini.

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