Cosa dicono i sondaggi dopo la scissione nel M5s  

AGI – La scissione del Movimento 5 Stelle, con la fondazione di “Insieme per il Futuro” (IPF) da parte di Luigi Di Maio e dell’ala più “governista” dei pentastellati, potrebbe aver dato inizio a un percorso di scomposizione e ricomposizione del sistema partitico italiano. Per capire perché, vediamo innanzitutto qual è lo stato di salute dei partiti secondo la nuova Supermedia dei sondaggi.

Anche questa settimana, Fratelli d’Italia è stabilmente in testa con il 22,5% dei consensi virtuali. Se si votasse oggi, però, il primato di FDI sarebbe insidiato da vicino dal Partito Democratico, che guadagna quasi mezzo punto nelle ultime due settimane, portandosi al 21,8%. Scende invece la Lega (14,5%), che accusa ormai 8 punti di distacco dalla vetta occupata dal suo alleato/competitor di centrodestra. Ancora più consistente è però il calo del M5S, che rispetto a 15 giorni fa – prima della scissione dimaiana – perde oltre un punto e mezzo, scendendo al 10,7%. Tutte le altre liste, da Forza Italia in giù, rimangono sostanzialmente stabili, con oscillazioni (in positivo o in negativo) che non vanno oltre lo 0,3%, quindi ben poco significative dal punto di vista statistico. 

Perché allora parliamo di scomposizione e ricomposizione del quadro?

La risposta in effetti va ricercata al di là del semplice dato numerico. La nascita di IPF ha messo in moto una dinamica squisitamente politica: una corsa all’aggregazione di forze centriste, di matrice politica diversa – se non addirittura indefinita – ma di ispirazione chiaramente, questo sì, governista. Le voci parlano di una nuova federazione, che coinvolgerebbe non solo alcuni personaggi già da tempo attivi nella costruzione di un “cantiere” centrista, come Luigi Brugnaro e Clemente Mastella; ma anche, si dice, una figura come Beppe Sala (curiosamente, in tutti e tre i casi citati si tratta di sindaci di importanti città del Nord e del Sud).

Non possiamo evitare di chiederci quanto possa “valere” questa ipotetica aggregazione. Sappiamo che – da quel che ci dicono i primi sondaggi sul tema – con la scissione Di Maio ha sottratto al M5S solo una piccola parte del suo patrimonio di consensi: IPF varrebbe infatti tra l’1-1,5% a un massimo del 3% secondo i primi – pochi – sondaggi che lo hanno rilevato.

In Parlamento esistono già dei gruppi (o delle componenti del gruppo Misto) che fanno capo a soggetti centristi, come Coraggio Italia o Italia al centro, soggetti ispirati – tra gli altri – dal Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti e dallo stesso Luigi Brugnaro; e nei sondaggi, quando vengono rilevati, questi movimenti ricadono sotto la generica voce “altri di centrodestra”, e valgono all’incirca l’1% dei consensi (motivo per cui non vengono inclusi nella nostra Supermedia). Ma se dovessero aggregarsi a IPF darebbero vita – oltre che a un gruppo parlamentare dal peso non indifferente – a una federazione centrista che potrebbe aspirare a superare l’attuale soglia di sbarramento del 3% dei voti.

Di tutto questo, però, attualmente non possiamo (ancora) tenere traccia nelle nostre aggregazioni che riguardano le diverse “anime” della maggioranza di Governo. Ad oggi, infatti, il centro è rappresentato da Azione/+Europa e Italia Viva, soggetti già solidamente costituiti e stabilmente sopra il 4 e il 2 per cento dei consensi, rispettivamente. Probabilmente è da escludere che questi partiti possano dialogare con qualunque cosa possa mettere in piedi Di Maio insieme a Brugnaro e Mastella (e magari persino Beppe Sala).

Quel che possiamo dire è che, con l’avvicinarsi della fine della legislatura, il centro politico tende ad affollarsi di nuove proposte, più o meno robuste, sempre con la spada di Damocle costituita da un’eventuale modifica della legge elettorale: se ad esempio dovesse essere varata una riforma di stampo proporzionale, magari con una rimodulazione della soglia di sbarramento, saranno in molti a dover rivedere (o rifare daccapo) le proprie strategie in vista delle prossime elezioni politiche.

Tutte queste manovre, ovviamente, non possono che avere ripercussioni anche sulla vita del Governo e sulla composizione della maggioranza. Sebbene il Presidente del Consiglio Mario Draghi abbia categoricamente escluso che l’esecutivo da lui presieduto possa andare avanti in caso di uscita del M5S dalla maggioranza, è un fatto che i numeri per Draghi in Parlamento ci sarebbero comunque, grazie alla scissione di Di Maio e la nascita di IPF. Nonostante una crisi sia stata esclusa nell’incontro tra Draghi e Giuseppe Conte, quindi, l’abbandono del Governo e della maggioranza da parte del M5S resta uno degli sviluppi possibili nei prossimi mesi.

Se il M5S di Conte è in cerca di una nuova “anima”, i mutamenti dello scenario riguardano anche le forze di opposizione: in particolare, la nuova alleanza tra Sinistra Italiana e Europa Verde, sancita da un accordo che vedrà questi due soggetti presentarsi insieme in un’unica lista alle prossime elezioni, potrebbe essere una novità in grado di smuovere ulteriormente il quadro politico, magari attirando alcuni elettori M5S sensibili alle tematiche ambientaliste e progressiste.

Dalla prossima settimana, nella nostra Supermedia questi due soggetti saranno quindi mostrati insieme sotto un’unica voce. Vedremo, nel giro di poche settimane, se anche questa volta sarà confermata la regola per cui in politica 2 più 2 non fa mai 4; oppure, se questa novità sarà in grado di “sfondare” e di catalizzare su di sé l’attenzione e le preferenze di voto di molti elettori di sinistra in cerca di una nuova “casa”.

NOTA: La Supermedia YouTrend/Agi è una media ponderata dei sondaggi nazionali sulle intenzioni di voto. La ponderazione odierna, che include sondaggi realizzati dal 23 giugno al 6 luglio, è stata effettuata il giorno 7 luglio sulla base della consistenza campionaria, della data di realizzazione e del metodo di raccolta dei dati. I sondaggi considerati sono stati realizzati dagli istituti Demopolis (data di pubblicazione: 28 giugno), EMG (29 giugno), Ipsos (2 luglio), Noto (27 giugno), Tecnè (25 giugno e 2 luglio) e SWG (27 giugno e 2 luglio).
La nota metodologica dettagliata di ciascun sondaggio considerato è disponibile sul sito ufficiale www.sondaggipoliticoelettorali.it.

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