
AGI – È iniziato il Consiglio dei ministri a palazzo Chigi che deve esaminare le misure sul nuovo decreto aiuti. Sul tavolo anche la sforbiciata sul superbonus con FI che, riferiscono fonti parlamentari, potrebbe chiedere la riscrittura della norma.
Non ci sarebbe una perplessità sul taglio al 90% delle detrazioni sulle ristrutturazioni ma sulla necessità di salvaguardare chi ha deciso di ricorrere a questo strumento. “I problemi come i crediti fiscali pendenti si devono risolvere”, ha spiegato anche il capogruppo di FI a Montecitorio Cattaneo.
Nel Consiglio dei ministri potrebbe essere affrontato anche il braccio di ferro tra Italia e Francia sul tema dei migranti. Non è previsto alcun provvedimento ma una delle opzioni sul tavolo da valutare nei prossimi giorni – riferisce una fonte informata sui dossier – potrebbe essere quella di riprendere le misure del secondo decreto Salvini, ovvero la confisca delle navi che hanno immigrati irregolari a bordo.
Al momento comunque l’intenzione dell’esecutivo è quella di non cambiare linea dopo la protesta della Francia per il rifiuto dell’Italia di autorizzare lo sbarco di Ocean Viking. “Non è possibile – osserva un ministro – che l’Italia sia l’anello debole dell’Europa. Non può dire sempre sì, tutti gli Stati devono prendersi le proprie responsabilità, non solo l’Italia”. È possibile che nel Consiglio dei ministri il premier Meloni possa svolgere un’informativa sul caso.
Nel governo discussione aperta anche sul tema delle trivelle. La norma che sblocca l’utilizzo delle trivelle per “incrementare la produzione nazionale di gas naturale” è nella bozza del decreto legge Aiuti quater oggi all’esame del Consiglio dei ministri.
“È consentito – si legge nel testo – il rilascio di nuove concessioni di coltivazione di idrocarburi in zone di mare poste fra le 9 e le 12 miglia dalle linee di costa e dal perimetro esterno delle aree marine e costiere protette, limitatamente ai siti aventi un potenziale minerario di gas per un quantitativo di riserva certa superiore a una soglia di 500 milioni di metri cubi”.
“Condivido pienamente quanto detto dal governatore Zaia”, ha detto il ministro per gli Affari regionali, Roberto Calderoli, arrivando a palazzo Chigi per il Consiglio dei ministri. Il presidente della Regione Veneto ha annunciato il suo no alla possibilita’ di trivellazioni al largo delle coste del Polesine.