Evasione imposte e Iva, Gdf Catania sequestra 2,7 mln beni

(ANSA) – CATANIA, 26 GEN – Beni per 2,7 milioni di euro sono
stati sequestrati da finanzieri del comando provinciale di
Catania a una società di capitali attiva nel settore del
commercio di bevande, al suo legale rappresentante e al suo
amministratore di fatto. Il provvedimento cautelare preventivo è
stato emesso dal gip su richiesta della Procura nell’ambito di
un’inchiesta su mancato pagamento dell’Iva e l’evasione delle
imposte. Le indagini sono state avviate dopo una verifica
fiscale eseguita da unità specializzate del Nucleo di polizia
economico-finanziaria di Catania per gli anni d’imposta che
vanno dal 2018 al 2022. All’esito degli accertamenti, e
nell’attuale fase del procedimento in cui non si è pienamente
realizzato il contraddittorio con le parti, sarebbe rilevato “il
mancato pagamento dell’Iva sui prodotti acquistati, destinati
alla successiva commercializzazione, per un valore di circa 3
milioni di euro, mediante la falsa attestazione del possesso
dello status di ‘esportatore abituale’, qualità che consente,
per legge, di ricevere fattura senza l’applicazione di tale
imposta”. Contestata anche “una consistente evasione di imposte,
attraverso il sistematico occultamento al Fisco dei ricavi
annualmente conseguiti nell’esercizio dell’attività economica,
reso possibile dalla presentazione di dichiarazioni fiscali
annuali non veritiere ovvero dall’omessa presentazione”. Con
riferimento a tale ultimo profilo, sarebbe stata, in
particolare, constatata un’evasione di Iva per circa 2,5 milioni
di euro e dell’imposta sui redditi delle società per oltre
200.000 euro. Oltre al sequestro preventivo la Guardia di
finanza ha denunciato gli amministratori di fatto e di diritto
per i reati fiscali di omessa e di infedele dichiarazione dei
redditi. Il gip ha disposto nei confronti della società e dei
due indagati “il sequestro preventivo, diretto e nella forma per
equivalente, delle somme giacenti su conti correnti o depositi o
su qualsiasi altro tipo di rapporto bancario intestato o
cointestato o comunque riconducibile alla società o agli
indagati per complessivi 2,7 milioni di euro”. (ANSA).
   

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