ADL a Radio24 : “Coppe europee da rivoluzionare. No alla Superlega. Vi dico la mia idea”

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Aurelio De Laurentiis, ha rilasciato un’intervista a Radio 24 nel corso di ‘Tutti convocati’. Di seguito le parole del presidente del Napoli.

ADL a Radio24

“Vedo che a Radio24 state parlando sempre più spesso di noi, è bellissimo. Pardo (conduttore di ‘Tutti convocati’ e telecronista Dazn, ndr) è nemico della qualità perché lavora per l’emittente che manda in onda sempre in ritardo e con una qualità scadente le partite. Io qui volevo inventarmi Radio Napoli e qualche estate l’abbiamo fatto. Si facevano delle incursioni nel mondo calcistico che ogni tanto perde colpi perché c’è un gioco al massacro, come se ci fosse un certo masochismo. Il calcio è seguito da 28 milioni di tifosi in Italia, immaginate quindi nel mondo. Gli Stati Uniti sono un paese giovane e vanno sempre un passo avanti. Mi fa molto ridere quando mi danno del visionario. Ma poi vedo che tutti gli altri continuano a vivere meschinamente una condizione schiava del passato, fatta di Federcalcio, Leghe, UEFA e compagnia bella. Mi ha colpito un’intervista di una giovanissima signora che ha una squadra minore, l’Entella, che ha espresso un concetto molto chiaro: è possibile che tutto quello che è imprenditorialità sia nelle mani di menti che non hanno cultura dell’impresa, ma sono ex calciatori, ex procuratori? Fare l’imprenditore è un’altra cosa. Siamo sempre schiavi del vecchio perché è facile da cavalcare, se fai il prenditore e non l’imprenditore si cerca sempre il vecchio, si parla del passato e non del futuro”.

Quelli che oggi hanno 15 anni saranno vostri clienti tra 10 anni. “Noi siamo tutti responsabili dell’allontanamento delle giovani generazioni. Il gioco del calcio non si è mai rinnovato, è estremamente vecchio. Poi capita il Covid e ci si inventano le interruzioni ogni dieci minuti perché si gioca in estate. Io ho sempre sostenuto il VAR per primo e infatti in Italia sta funzionando. In Italia non si fa tesoro delle esperienze del mondo. Se l’NBA e il Football Americano fanno 10 miliardi di incasso all’anno una ragione ci sarà. In Europa invece non ci riusciamo perché siamo ancora alla Champions, all’Europa League e alla Conference League. Ma chi vuole farla la Conference League? E vale anche per l’Europa League. Nessuno vuole rendersene conto: giochiamo troppo, roviniamo troppo i nostri calciatori e li esponiamo a rischi di rotture e questo porterebbe a una minusvalenza. Va benissimo il merito e lo spirito della sportività perché accomuna i giovani, siamo tutti per lo sport e implementare palestre, campetti di calcio e avere spirito sportivo. Però poi dopo bisogna combinare i fattori della produzione con le esigente del mercato, su cui è necessario investire sempre più. Ma se non ci sono i proventi vuol dire che questo calcio è morto e chi lo gestisce dall’alto non ha interesse, perché vuole solo mantenere la sua posizione”.

Sta parlando di Superlega? “No, assolutamente no. Ad Agnelli dissi ‘Giammai’ perché lui voleva farla per un gruppo di club d’elite. Io dico che oggi è sbagliato concedere alla UEFA di incassare 800 milioni con Champions, Europa League e Conference League. Io dico: facciamo un campionato europeo in cui non si fa l’estrazione con le palle, mica siamo nel terzo mondo? Le prime sei di un campionato importante o le prime di un campionato minore devono giocare contro tutte in gara secca. Questi signori non sanno che il tifoso virtuale, ossia chi deve pagare l’abbonamento per guardare la partita, vuole un calcio nuovo”.

Quindi lei è per un calcio d’elite? “Dobbiamo prendere atto che nell’86 eravamo 16 squadre in Serie A e oggi siamo 20. C’è qualcuno dei miei colleghi che impropriamente pensa che se diminuissimo il numero di squadre calerebbero i soldi che prenderemmo. In Inghilterra, che la fa da padrona, alcune partite non vengono neanche trasmesse. Due anni e mezzo fa dissi che dobbiamo essere direttamente coinvolti con i nostri tifosi virtuali. Allo stadio vendiamo noi i biglietti? Sì, mi risposero tutti. E allora perché non dobbiamo vendere anche i biglietti virtuali utilizzando le piattaforme a cui riconoscere una piccola percentuale?”.

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