Settecento volte CR7. Cristiano Ronaldo abbatte un altro muro

CRSette-Cento. Perché con un fenomeno come lui tutto viene centuplicato. Cristiano Ronaldo ha raggiunto un traguardo speciale, di quelli che segnano, con un numero perfetto e strabordante, la bulimia di un campione insaziabile e irrefrenabile, amante della perfezione e delle vette più impervie.

Settecento gol in carriera, 605 messi a segno con i club, 95 con la maglia del Portogallo. L’ultimo, lunedì sera, contro l’Ucraina, al minuto 72 su calcio di rigore. “Orgoglioso di segnare il 700mo gol della mia carriera – ha scritto il campione su Instagram -. Vorrei condividere con tutti coloro che mi hanno aiutato a raggiungere questo traguardo. Non abbiamo ottenuto il risultato che volevamo, ma insieme ci qualificheremo per Euro2020”.

La rivalità con Messi

Ronaldo ha segnato in 21 competizioni, siglato 127 reti in Champions e con un bottino che sfiora quota 100 con il Portogallo insegue il calciatore più prolifico di sempre in Nazionale: l’iraniano Ali Daei, che si è fermato a 109 segnature. Ronaldo avrà tempo anche per abbattere quel muro e continuare a tenere a debita distanza il suo ‘nemico’ principale, l’argentino Lionel Messi, fermo a quota 672 centri in carriera, con cui condivide da un decennio i Palloni d’Oro.

Il primo gol nel 2002

Cristiano ha segnato 95 gol con la Nazionale e 605 nei club: 5 allo Sporting, 118 col Manchester United, 450 con la maglia del Real Madrid e 32 da quando è passato alla Juventus.

La prima rete Ronaldo la mise a segno contro la Moreirense il 7 ottobre 2002, con la maglia dello Sporting. Da allora ha gonfiato le reti di tutto il mondo, in Premier con il Manchester United (118) che lo acquistò per 12,2 milioni di sterline (fu il teenager più costoso nella storia del calcio inglese), in Liga con il Real Madrid (450) e in Serie A con la Juve (al momento è fermo a 32) oltre a lasciare il segno con la maglia del Portogallo indossata più di 160 volte.

“Voglio essere il migliore di sempre”

Ma per lui è vietato sentirsi arrivato. Lo ammise alcuni mesi fa accorgendosi di quanto stesse lievitando il suo palmares. “Non mi basta essere il migliore del Portogallo. Voglio essere il migliore di sempre e lavoro per esserlo. Poi dipende dall’opinione di ognuno: ma quando mi ritirerò, guarderò le statistiche e voglio vedere se sono tra i più forti di sempre. Ci sarò di sicuro”.

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