Perché la Cina investe su criptovalute e blockchain di Stato

L’annuncio del lancio di una moneta digitale da parte della Banca centrale cinese è il segno dell’accelerazione con cui Pechino vuole affermarsi anche in campo fintech

Il presidente della Cina Xi Jinping spinge per l'autonomia nel settore dei chip (foto: Getty Images, elaborazioe: Wired.it)
Il presidente della Cina Xi Jinping spinge per l’autonomia nel settore dei chip (foto: Getty Images, elaborazioe: Wired.it)

Mentre il futuro di Libra appare sempre più incerto, la Cina ha annunciato pubblicamente il lancio della sua moneta digitale. Durante il discorso inaugurale del Bund Financial Summit dal 27 al 29 ottobre a Shanghai, Huang Qifan, vicepresidente del China International Economic Exchange Centre ha confermato le indiscrezioni che circolavano già dalla scorsa estate sulla moneta digitale cinese. La People’s Bank of China (Pboc) emetterà la moneta denominata Dcep (digital currency electronic payment), sviluppata grazie alla tecnologia blockchain dopo uno studio durato 5-6 anni.

La Pboc sarà probabilmente la prima banca centrale al mondo ad introdurre una moneta digitale”, ha dichiarato Huang, che non ha risparmiato critiche a Facebook, prevedendo che Libra non avrà successo: “Nell’era digitale alcune aziende tentano di sfidare la moneta sovrana creando prodotti finanziari come bitcoin e Libra. Queste monete decentrate basate sulla blockchain non fanno parte della moneta sovrana”.

A differenza di Libra e delle normali criptovalute decentrate, l’emissione della nuova moneta cinese, infatti, avverrà sotto la supervisione della Banca centrale cinese. Il controllo centrale è una caratteristica chiave della moneta digitale cinese, tanto che i bitcoin sono vietati in Cina.

La catena dei blocchi

Situazione diversa per la blockchain, la tecnologia alla base dei bitcoin. Recentemente, il presidente Xi Jinping ha sottolineato l’importante ruola della tecnologia blockchain nel nuovo ciclo d’innovazione tecnologica e trasformazione industriale, raccomandando maggiori sforzi per accelerarne lo sviluppo in settori come la finanza digitale, l’internet delle cose, la produzione intelligente, la gestione della catena di distribuzione e il trading digitale di asset. Dopo le dichiarazioni di Xi, il prezzo dei bitcoin ha avuto un boom del 40%.

A testimoniare la crescente attenzione della Cina verso il mondo delle criptovalute, lunedì 28 ottobre è uscita anche la pubblicazione della classifica dei 35 progetti più promettenti del settore, a cura del Center for information and industry development (Ccid), un istituto sotto il controllo del ministero dell’Industria e dell’informazione tecnologica di Pechino.

Il primo gennaio 2020 entrerà poi in vigore la prima legge sulla crittografia, approvata lo scorso 26 ottobre. La legge afferma che lo Stato incoraggia e sostiene la ricerca e l’applicazione della scienza e della tecnologia nella crittografia e garantisce la riservatezza, anche se non menziona esplicitamente le criptovalute.

Sembra essere però chiaro che Libra difficilmente potrà fare da argine alla leadership finanziaria cinese, come invece aveva dichiarato Mark Zuckerberg davanti al Congresso degli Stati Uniti. Presto la prima moneta digitale cinese sarà reale e oltre a sfidare Libra, potrebbe modificare il settore dei pagamenti digitali in Cina, ora dominato dal duopolio Alipay (la piattaforma di Alibaba) e WeChat Pay (di proprietà di Tencent), che insieme possiedono il 93% dei pagamenti elettronici mobile in Cina. Tuttavia, Dcep sarà supportata proprio attraverso le due piattaforme leader cinesi, che ne potranno favorire la diffusione.

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