Dodici furbetti del reddito di cittadinanza sono stati denunciati dalla Guardia di Finanza di Bergamo per aver falsificato dichiarazione al fine di ottenere il sussidio dall’Inps: si torna ancora a parlare di uno degli strumenti più criticati approvato dalla precedente legislatura e vero inno di battaglia del Movimento 5 Stelle. Le proteste non si limitano ai caso di frode allo Stato, ma riguardano anche le condizioni previste al fine di ottenere il reddito: si pensi al caso Saraceni e al pusher scovato dalla Guardia di Finanza di Siracusa.
Bergamo, scoperti i furbetti del reddito di cittadinanza
L’accusa avanzata dalla Guardia di Finanza di Bergamo concerne 12 furbetti, sette di origine italiana e 5 stranieri, che avrebbe richiesto il reddito di cittadinanza dichiarando di essere nullatenenti e in cerca di occupazione professionale.
Ma non è tutto: una donna avrebbe simulato la separazione dal proprio coniuge (il cui reddito annuo complessivo ammonta a 120 mila euro) al fine di percepire il sussidio dall’Istituto Nazionale Previdenza Sociale. Un altro furbetto si sarebbe dichiarato in stato di disoccupazione nonostante lavorasse a Londra da diversi mesi e percepisse un adeguato stipendio. Altre due donne, assunte per l’esercizio di specifica attività professionale, avrebbero omesso l’assunzione continuando a percepire la misura di sostegno. Dopo la denuncia, l’Inps ha ordinato il blocco del reddito, nonché il recupero delle somme indebitamente versate pari a 31 mila euro. Ora i 12 furbetti saranno soggetti ad apposito processo giurisdizionale per frode alla Stato, la cui sanzione penale in caso di particole gravità prevede la misura massima del carcere.
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