Il batterio che favorisce l’infarto al miocardio

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(Credits: Gerd Altmann da Pixabay)

Colesterolo, diabete, fumo, obesità, pressione alta, famigliarità. Sono tutti fattori di rischio noti per l’insorgenza dell’infarto. Ma cosa ne determina da ultimo l’insorgenza? Come si formano per esempio i trombi che nelle coronarie ostacolano il flusso sanguigno e che rappresentando la principale causa di infarti? A far luce in materia è oggi uno studio italiano: tra i fattori responsabili della formazione del trombo c’è un batterio intestinale nel circolo sanguigno. Il batterio in questione è Escherichia coli, normalmente presente a livello intestinale. Secondo quanto raccontano oggi i ricercatori sulle pagine di European Heart Journal l’accumulo di E.coli nel sangue è da imputarsi a una maggiore permeabilità dell’intestino.

A caccia dei marcatori batterici nel sangue

La ricerca, guidata da Francesco Violi del Policlinico universitario Umberto I, ha coinvolto 150 pazienti. Un terzo di questi erano stati colpiti da infarto, un terzo avevano una condizione nota come angina stabile (una forma di angina pectoris in cui si ha una riduzione del flusso sanguigno che arriva al cuore innescata per esempio da uno sforzo fisico) e un terzo sono stati arruolati come controllo. Gli scienziati sono dunque andati a caccia nel loro sangue del lipopolisaccaride (LPS), un componente della membrana dei batteri. Insieme a questo sono stati anche analizzate sostanze usate come indicatori dell’attivazione delle piastrine e della permeabilità intestinale. Le analisi sono state condotte tanto sul sangue periferico che su quello coronarico. oltre che sul sangue in prossimità del trombo per i pazienti che avevano avuto un infarto.

Il batterio che favorisce la formazione del trombo

Gli scienziati hanno così scoperto, si legge nel paper, che nel sangue trombotico dei soggetti con infarto i livelli del lipopolisaccaride erano più elevati rispetto a quelli che si riscontravano nel sangue coronarico o periferico dei soggetti con agina stabile e dei controlli. Allo stesso modo erano più elevati sia i marcatori relativi all’attivazione delle piastrine che della permeabilità intestinale. Ma non solo: altre analisi hanno mostrato che l’origine del lipopolissaride era da imputarsi alla presenza di E.coli, un batterio del microbiota intestinale. Somministrando l’LPS di E.coli ad alcuni topi, gli scienziati hanno osservato un aumento della trombosi e dell’attivazione piastrinica, suggerendo come la presenza del batterio in circolo possa effettivamente favorire la formazione di trombi e così ostacolare il flusso di sangue al cuore. Un processo che avrebbe luogo attraverso il Toll-like receptor 4 (TLR4), un recettore cui si lega il batterio, tanto che la sua inibizione nei topi riduceva anche l’effetto trombotico del LPS.

La speranza è che quanto scoperto possa aiutare a sviluppare strategie preventive contro la trombosi, ha spiegato Violi: “Questi risultati oltre ad aver definito un nuovo meccanismo che favorisce l‘infarto, aprono nuove prospettive terapeutiche per la sua cura che prevedono o l’uso della molecola individuata nei casi acuti o lo sviluppo di un vaccino che prevenga il processo di trombosi delle coronarie”.

Riferimenti: European Hearth Journal

(Credits immagine: Gerd Altmann da Pixabay)

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