Quando le acciughe avevano i denti a sciabola

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di Irene Lo Presti, Vala Poloni

Nell’Eocene le acciughe avrebbero goduto certamente di maggiore considerazione che ai nostri giorni: erano lunghe fino a un metro e avevano affilati denti a sciabola. A pescarle, aggiungendo un nuovo tassello nell’albero evolutivo delle acciughe moderne, è stato il paleontologo cagliaritano Alessio Capobianco, di stanza all’Università del Michigan, studiando fossili provenienti dal Belgio e dal Packistan. La comparsa di una specie così bizzarra, scrivono Capobianco e colleghi su Royal Society Open Science, si spiega con l’esplosione adattativa successiva all’estinzione dei dinosauri. Spariti dalla circolazione i principali predatori, infatti, altre specie hanno avuto l’occasione di “allargarsi”, prendendo il loro posto di cacciatori carnivori. È in questo periodo che i predatori marini si sono evoluti con i tratti che tutt’ora li caratterizzano. A questi, ancora oggi in circolazione, ora si aggiungono le nuove acciughe giganti, che tuttavia ebbero meno fortuna, essendosi ormai estinte.

Due acciughe giganti coi denti a sciabola

Il gruppo guidato da Capobianco ha indentificato due specie di queste acciughe giganti – Monosmilus e Clupeopsis – studiando antichi fossili rinvenuti a Chièvres, Belgio, e nella provincia di Pujamb in Pakistan con la microtomografia computerizzata, una versione ridotta e più precisa della strumentazione usata per le TAC in ospedale.

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2) Fig. 1: Anatomia cranica di Monosmilus chureloides gen. et sp. Nov. (GSP-UM 37, olotipo). (a) Rendering e (b) disegno al tratto del campione sul piano laterale sinistro. (c) Rendering delle serie basibranchiale con hypohyals (verde scuro) in visione laterale sinistra. (d) Rendering della scatola cranica sul piano anteriore, evidenziando la zanna vomerica. (e) Rappresentazione della dentizione destra (incompleta) vista medialmente, con corone dentali staccate (probabilmente denti di sostituzione) evidenziate in rosso.(credits: Capobianco et al. Royal Society Open Science).

Esaminando le immagini ricercatori hanno individuato una lunga zanna centrale che dalla mascella superiore si estende oltre il mento e, nella mandibola inferiore, una serie di canini. I denti, indizio principale per ricostruire le abitudini ecologiche delle nuove specie, suggeriscono una dieta a base di pesce ben lontana da quella basata su zooplancton tipica delle acciughe moderne. 

La vita dopo la catastrofe

Non sappiamo perché questi grandi pesci carnivori non siano sopravvissuti fino ad oggi, diversamente dalle alici che conosciamo. Tuttavia, questa scoperta offre nuove interessanti dettagli sul meccanismo evolutivo innescato dalla grande catastrofe che sconvolse la vita di tutto il pianeta e portò all’estinzione dei dinosauri.

Riferimenti: Royal Society Open Science

Credits immagine di copertina: Rappresentazione artistica di Joschua Knüppe

Articolo prodotto nell’ambito del Master in Giornalismo e comunicazione istituzionale della scienza dell’Università di Ferrara

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