Un bot “spoglia” le foto su Telegram: quasi 700mila donne colpite

Migliaia di immagini manipolate e deepfake sono scambiate sulle chat di revenge porn di Telegram. Accade con foto non solo di star ma anche di persone comuni

Revenge porn laws
(foto: PA Images via Getty Images)

Quasi 700mila donne sono diventate le vittime inconsapevoli di una tecnologia deepfake adottata attraverso la piattaforma Telegram. Un gruppo di ricercatori ha individuato quello che è stato ribattezzato come “ecosistema deepfake” in grado di generare nudi falsi su richiesta tramite dei bot.

Agli utenti basta inviare una foto nella chat del bot e questo, dopo pochi secondi, la riconsegna con il soggetto denudato. I contenuti deepfake così ottenuti vengono successivamente scambiati all’interno dei vari canali di Telegram alimentando la preoccupante presenza di forme di revenge porn e violenza online sulla piattaforma.

L’indagine è frutto del lavoro della società di sicurezza Sensity e si concentra su ciò che chiama visual threat intelligence. I ricercatori di Sensity hanno scoperto che più di 100mila immagini sono state generate e condivise nei canali pubblici di Telegram fino a luglio. Secondo quando poi riportato anche da Repubblica questo dato è aumentato sfiorando le 680mila immagini deepfake create e scambiate.

Nel 30% dei casi le donne spogliate dal bot sono star, mentre nella maggior parte di casi si tratta di persone comuni. L’Italia è tra i quattro paesi in cui il fenomeno risulta più diffuso, con Russia, Argentina e Stati Uniti.

Il bot più popolare usato su Telegram è un derivato dell’applicazione DeepNude che nell’estate del 2019 è stata eliminata dal creatore perché ritenuta troppo pericolosa. Tuttavia il web si è subito popolato di versioni pirata e alcuni utenti hanno sfruttato questa tecnologia per creare dei bot in grado di spogliare le fotografie.

Sebbene la maggior parte dei bot gratuiti generino finti nudi con filigrane o nudità parziali, è sufficiente pagare la ridicola cifra di 1,28 euro per accedere a 100 immagini completamente senza veli e difficilmente distinguibili da una foto reale. È proprio la facilità d’utilizzo che allarma gli esperti e rende queste tecnologie molto pericolose.

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