Twitter blocca l’ambasciata cinese negli Stati Uniti per un tweet sugli uiguri

Il social network ha bloccato l’attività dell’account diplomatico per un contenuto accusato di “disumanizzare” il popolo uiguro

Profilo Twitter dell’ambasciata cinese negli Stati Uniti

Twitter ha bloccato l’account dell’ambasciata cinese negli Stati Uniti a seguito di un post che prendeva le difese delle politiche applicate dal governo di Pechino nella regione dello Xinijang, dove è in corso la repressione della minoranza degli uiguri. Secondo la piattaforma il contenuto di questo tweet ha violato le regole contro la “disumanizzazione”.

Nella regione occidentale della Cina misure repressive sono state adottate contro la popolazione uigura, un’etnia turcofona e di religione islamica. Le persecuzioni comprendono aborti e sterilizzazioni forzate sulle donne e la prigionia in campi definiti dal governo “di rieducazione”. Le Nazioni Unite hanno stimato che fino a un milione di uiguri potrebbero essere rinchiusi nei campi.

Il 7 gennaio l’account Twitter dell’ambasciata cinese negli Stati Uniti, @ChineseEmbinUs, ha pubblicato un tweet nel quale affermava che le donne di etnia uigura non erano altro che “macchine per fare figli” citando un articolo del quotidiano China Daily. Twitter in quell’occasione ha nascosto il tweet. E di fatto ha bloccato la possibilità per il profilo di pubblicare contenuti finché non sarà cancellato il post nascosto. Secondo un portavoce di Twitter, se l’account è ancora bloccato, significa che l’ambasciata non ha ancora rimosso il tweet nel mirino.

Abbiamo preso provvedimenti su questo tweet per aver violato la nostra politica contro la disumanizzazione”, ha spiegato in un comunicato un portavoce di Twitter. Il social network nelle sue condizioni di servizio vieta la “disumanizzazione di un gruppo di persone in base alla loro religione, casta, età, disabilità, malattie gravi, origine nazionale, razza o etnia”.

In risposta al blocco del social network, la portavoce del ministero degli esteri cinesi, Hua Chunying, ha detto che le autorità cinesi sono rimaste “perplesse” dalle motivazioni esposte da Twitter. Secondo quanto riportato da Bloomberg, la portavoce ha affermato che è responsabilità dell’ambasciata correggere i “false informazioni circa la regione dello Xinijang” e che quindi il governo di Pechino non ritiene giustificato il comportamento di Twitter.

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