Gabriele Muccino – Il registra si racconta e presenta il nuovo progetto

Gabriele Muccino a Vanity Fair Stories: «Tutta l’umanità passa per la famiglia»

Secondo quanto riportato dal Vanity Fair Gabrielle Muccino si racconta:

Non c’è film di Muccino senza famiglia. È Gabriele Muccino stesso il primo a dirlo a Vanity Fair Stories 2021 raccontando A casa tutti bene, serie tv che va in onda in 8 puntate su Sky dal 20 dicembre e che ha lo stesso titolo del film del 2018. «La famiglia indaga le relazioni umane al microscopio. Tutta l’umanità in tutte le sue declinazioni passa per la famiglia» racconta il regista accompagnato sul palco da Silvia D’Amico e Simone Liberati due degli attori del cast che, come sempre accade, è ampio e corale.

Nasce dal film perché già allora regista e attori lo sentivano non concluso. «Mentre giravo il film io e il cast abbiamo cominciato a dire che non potevamo finire il film sull’isola. Ho preso però questa volta una nuova flotta di attori, oltre a volti noti come Laura Morante. Alcuni non li conoscevo perché gli anni in America mi avevano silenziato sul mondo italiano».

Interpretano i Ristuccia, proprietari da 40 anni di uno dei più rinomati locali della Capitale, e i Mariani, che reclamano un posto all’interno dell’attività minacciando di far riemergere un terribile segreto dal passato. Francesco Scianna, Silvia D’Amico e Simone Liberati sono Carlo, Sara e Paolo Ristuccia. Si sono tanto immedesimati che hanno chat familiari: Ristuccia+1 perché la cognata non voleva stare fuori e Mariani.

Al centro c’è sempre Muccino che di giorno porta gli attori sul ring, che è il suo set, e la sera li fa ritrovate tutti a cantare insieme. «È nato quando giravamo ad Ansedonia con un piazzalino davanti all’albergo che sembrava un palcoscenico. Ho fatto il karaoke ed è stato meraviglioso essere così fatalmente stonato. Il mio cavallo di battaglia è la Vanoni: La voglia e la pazzia. C’è sempre una canzone di quell’album in un mio film».

«Nella famiglia degli attori di Gabriele Muccino ci si trova meglio che nelle famiglie vere», Simone Liberati. «È un regista molto travolgente. Non ti accorgi che sei sulle montagne russe». Meglio dire sul ring. Silvia D’Amico: «Ero molto spaventata dal ruolo di donna con figli, carriera, marito. Sono diventata grande attraverso il ruolo. Lui te lo tira fuori in maniera inconscia. Questo personaggio me l’ha tirato fuori. Ero terrorizzata il primo giorno per la scena appoggiata al piano a parlare con il “cassamortaro”. Mi ha data due botte sulla schiena chiedendo se ero agitata. È come un allenatore tratta i suoi boxeur, un approccio fisico con l’abbandono dei pensieri».

È la prima volta di Gabriele Muccino alle prese con una serie tv, ma è sempre Gabriele Muccino regista: «È cinema in televisione».

L’evento, con il patrocinio del Comune di Milano, è reso possibile anche grazie al supporto di alcuni partner:

Main partner: ŠKODA
Thanks to: Berlucchi; Cisco; Millefiori®; Pandora; Think Milk, Taste Europe, Be Smart
Media Partner: RTL 102.5, Urban Vision
Supportano Vanity Fair Stories anche Avant Toi, Genertel, Kartell e Rugby Colorno con la squadra femminile Furie Rosse

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