Consigli di buonsenso per vivere in casa (senza panico da lockdown)

Tra smart working e nuove restrizioni (seppur circoscritte), nei prossimi mesi passeremo di sicuro più tempo nelle nostre case. Meglio, dunque, fare subito tesoro di quello che abbiamo imparato tra marzo e maggio 

Milano, 3 aprile 2020 (foto: Elena Piccini/Fototeca Gilardi/Getty Images)

È indubbio che nei prossimi mesi ci troveremo a passare più tempo in casa rispetto al solito. Perché lo smart working per molti prosegue (sono numerose le aziende che hanno annunciato che il telelavoro andrà avanti fino a gennaio, mentre altre fanno rientrare i dipendenti in ufficio a turni, qualche giorno a settimana). Perché tanti continuano a scegliere di evitare di andare in palestra o al ristorante. Perché basterà un raffreddore a fare scattare l’allerta in tutta la famiglia. Perché l’arrivo del freddo limiterà le attività all’aperto. E perché l’acuirsi dei contagi potrebbe comunque portare a nuove restrizioni limitate a certe zone e ad alcuni aspetti delle nostre vite. Quindi, meglio farsi trovare pronti. Mettere in campo quello che abbiamo imparato tra marzo e maggio.

Sistemare l’ufficio domestico

Torino, 16 maggio 2020 (foto: Stefano Guidi/Getty Images)

C’è chi è tornato in ufficio in modo più o meno stabile, ma in tanti lavorano ancora da casa. E lo smart working continua a essere caldeggiato, in modo da evitare spostamenti ed esposizioni al contagio ove possibile. Se non lo avete ancora fatto, quindi, dovreste pensare a sistemare la vostra postazione casalinga: dalla sedia al tavolo, dal computer alla webcam per le video call, fino all’essenziale di cancelleria e alla connessione a internet. Per le famiglie a basso reddito c’è un bonus tecnologico da 500 euro, ma potreste anche condividere wi-fi e stampante con un vicino di casa (da usare ovviamente con il giusto distanziamento).

Provate a domandare se la vostra azienda può fornirvi un notebook più aggiornato (e più sicuro: chi chiede ai dipendenti di lavorare con pc antiquati dovrebbe tenerne conto) del vostro vecchio macinino. Alcune società mettono addirittura a disposizione sedie ergonomiche, altre fanno accordi con spazi di coworking per chi non può tornare in ufficio ma è impossibilitato a lavorare da casa, per mancanza di spazio o strumenti.

Ripensare la spesa

Riversarsi nei supermercati e nei discount per fare scorte da fine del mondo non serve a nessuno. Però, provvedere a una spesa più intelligente potrebbe essere d’aiuto. Scrivere una lista accurata di quello che serve in modo da non restare senza e dover intasare i supermercati ogni giorno ha senso. Anche optare per qualche ordine online più voluminoso del solito, per avere un po’ di scorte in dispensa. Senza eccessi, perché abbiamo imparato che il cibo non è mai mancato, neanche a marzo e aprile. Semplicemente per limitare le visite nei negozi.

Inoltre, non dimenticatevi che le botteghe di quartiere, il cosiddetto commercio di prossimità, sono preziose. Molte hanno continuato a fare le consegne a domicilio, specialmente per gli anziani, e si rendono disponibili a preparare la spesa al telefono, in modo che possiate solo passare a ritirarla. Prendetevi il tempo di conoscere i negozianti della zona, capire quali potrebbero essere utili in caso di limitazioni e come potete mettervi in contatto con loro.

La palestra in salotto

Se tornare ad allenarvi in palestra vi mette ansia e di correre al freddo non avete proprio voglia, organizzatevi per tenervi in forma a casa. Ricordate che durante il lockdown avreste pagato per avere i pesi o il tappetino da yoga? E quanto avete invidiato il cugino con il tapis roulant? Ecco, pensateci adesso: ora che non è un problema fare ordini online, andare a comprare nei negozi o chiedere agli amici se per caso hanno una cyclette vecchia di cui si vorrebbero liberare. Provate qualche corso online per vedere quello che fa per voi e per capire che cosa vi potrebbe servire per continuare ad allenarvi in salotto.

Non sottovalutare i passatempi

Roma, 22 marzo 2020 (foto: Marco Di Lauro/Getty Images)

Il tempo libero dentro casa rischia di diventare infinito, lo abbiamo imparato sulla nostra pelle. Quindi non sottovalutate l’importanza di un hobby. Volete darvi all’uncinetto? Assicuratevi di avere ferri e fili. Andate alla ricerca di giochi da tavolo e puzzle nella vostra vecchia cameretta a casa dei vostri genitori. Fate una ricerca sulle biblioteche online che permettono di prendere in prestito libri e riviste in modo virtuale. Procuratevi un e-reader e i romanzi che vi ripromettete di leggere da una vita. Abbonatevi ai siti per lo streaming. E se davvero sentite nostalgia delle canzoni sul balcone, fate accordare la chitarra.

Fare rete

Negli ultimi mesi si è parlato tanto di città dei 15 minuti, quartieri a misura d’uomo in cui trovare tutto quel che serve. Intorno alla vostra casa, oltre ai negozi che possono rivelarsi una manna per la spesa, dovrebbero esserci tante realtà preziose da scoprire. Se vi iscrivete alla social street della vostra zona (di solito ha un gruppo su Facebook), realizzerete che c’è qualcuno che presta ciò che state cercando, che dà lezioni di yoga online, che il panettiere coordina il volontariato per aiutare le persone più fragili. Provate, inoltre, a fare rete e a prendere accordi con i condomini, con i vicini, con quelli che abitano nel vostro stesso cortile: vi sentirete comunque meno isolati.

Scegliere dove e con chi

Roma, 15 marzo 2020 (foto: Christian Minelli/NurPhoto via Getty Images)

Ovvio, non sempre è possibile. Ma rispetto alla scorsa primavera, quando l’emergenza coronavirus è piombata nelle nostre vite come una doccia fredda, stavolta il tempo di riflettere c’è. Ora, per esempio, potreste decidere di stare dal compagno o dalla compagna che abita in un’altra regione, di fare smart working dalla casa al mare, magari con i due amici che, a primavera, si sono trovati da soli proprio come voi. Fate ipotesi, assicuratevi che la nonna abbia capito come ricevere una videochiamata, sentite chi ha sofferto di più quando si è trovato in isolamento per assicurarvi che stia bene. Rifletterci, finché c’è modo di organizzarsi, è un diritto. E un modo per ricordarsi quello che, durante il lockdown tra marzo e maggio, era davvero in cima alla lista delle priorità.

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