I furti di identità online valgono 150 milioni di euro

E le frodi creditizie legate a questo crimine hanno subito nel 2019 un aumento del 19,7% con un totale di 32.300 casi in tutta Italia, di cui oltre il 12% soltanto in Lombardia.

Email di phishing (Getty Images)
Email di phishing (Getty Images)

Non si ferma in Italia il fenomeno dei furti di identità finalizzati alle frodi creditizie, cioè all’uso illecito di dati di altre persone per ottenere crediti o acquistare beni, una pratica criminale che nel 2019 ha raggiunto un valore complessivo di 150 milioni di euro in tutto il paese. A rivelarlo è l’osservatorio realizzato da Crif – Mister Credit, che nell’ultimo anno ha registrato un totale di 32.300 casi scoperti e denunciati, in aumento del 19,7% rispetto al 2018.

In particolare, la regione con il maggior numero di casi di frode creditizia in Italia è la Campania, con quasi 5mila casi, seguita dalla Lombardia, dove sono stati rilevati 4.069 casi sospetti di richieste di crediti legati a furti di identità, di cui 1.432 soltanto nella provincia di Milano, al quarto posto tra le province più colpite da questo fenomeno criminale. In terza posizione su scala nazionale si trova infine la Sicilia, che registra circa l’11,5% dei casi totali.

Nello specifico, a far registrare l’aumento più alto rispetto all’ultima rilevazione sono state le frodi che hanno avuto come oggetto i consumi, con un’incidenza del 6,9% sul totale ma in crescita del 57,8% rispetto ai dati del 2018. In linea con questo risultato c’è anche il fatto che l’importo medio delle operazioni fraudolente è calato del 5,9%, attestandosi sui 4.650 euro, con quasi un acquisto su quattro compiuto tramite frode creditizia compreso tra i 1.500 e i 3mila euro.

In linea generale, l’osservatorio evidenzia che più della metà delle richieste fraudolente sono relative ai prestiti finalizzati proprio all’acquisto di beni e servizi, soprattutto per quanto riguarda gli elettrodomestici (32,6%), il comparto auto-moto (11,8%) e quello dell’elettronica e dell’informatica (8,6%).

Nel 30,7% dei casi, invece, le frodi vengono fatte sulle carte di credito, e su questo fronte si mostra anche un’ulteriore crescita negli ultimi mesi, poiché, come spiega Beatrice Rubini, direttrice della linea Mister Credit di Crif, durante il lockdown “un numero crescente di persone ha fatto ricorso all’ecommerce e questo ha determinato un’impennata di frodi perpetrate sulle carte di credito”.

Tra le altre forme tecniche di credito in cui si registrano attività fraudolente ci sono poi i prestiti personali, che rappresentano circa il 9,2% dei casi totali. Per quanto riguarda le tipologie di documenti usati per questo tipo di frodi, infine, la ricerca evidenzia che nell’81,7% dei casi, i criminali utilizzano una carta di identità falsa o contraffatta, nel 16,1% dei casi utilizzano una patente, e nell’1,8% dei casi un passaporto e nello 0,3% dei casi un permesso di soggiorno.

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