La pec non si può più rimandare: da ottobre diventa obbligatoria

La misura del decreto Semplificazioni per spingere le imprese ad adottare un domicilio digitale. Le multe salgono a duemila euro per chi è ancora senza

Email/pec/posta elettronica (Getty Images)
Email (Getty Images)

Con la conversione in legge del Decreto semplificazioni dal primo ottobre 2020 scatta l’obbligo per le imprese italiane di dotarsi del cosiddetto “domicilio digitale”, che comprende la necessità di avere un indirizzo di posta elettronica certificata (pec) e Servizi elettronici di recapito qualificati (Sercq). Per le attività che non si adeguano alla nuova misura entro i tempi stabiliti sono previste sanzioni che vanno da 206 a 2.064 euro per le società e dai 30 ai 1.548 euro per le imprese individuali, si legge sul sito di Unioncamere.

Al momento non sono invece previste sanzioni per le imprese alla prima registrazione, per le quali, in caso mancassero le indicazioni del domicilio digitale, verrà attuata soltanto una sospensione della domanda che dovrà essere poi completata tramite la comunicazione dei dati integrativi necessari.

Si tratta di fatto di una sorta di identità digitale per le imprese, che garantisce la totale identificazione univoca della società e permette anche una maggiore integrazione delle comunicazioni con la pubblica amministrazione in formato digitale. L’obbligo della pec nel nostro paese era già attivo dal 2008 per le società e dal 2012 per le imprese individuali, ma finora la mancata comunicazione di questi dati prevedeva solo la sospensione temporanea e non le sanzioni.

Le aziende che già non si sono adeguate hanno quindi ancora pochi giorni per mettersi in regola con la nuova normativa e comunicare al registro delle imprese il proprio domicilio digitale, costituito soprattutto dall’indirizzo pec, dato che al momento i servizi elettronici di recapito previsti nella regolamento europeo eIdas sull’identificazione digitale non sono attivi. Inoltre, per quanto riguarda i costi, “l’iscrizione del domicilio digitale nel registro delle imprese e le sue successive eventuali variazioni sono esenti dall’imposta di bollo e dai diritti di segreteria, come riportato in gazzetta ufficiale.

Nel caso in cui l’indirizzo di posta elettronica certificata fornito al momento dell’iscrizione fosse inattivo, l’ufficio del registro delle imprese dovrà richiedere alla società l’indicazione di un nuovo domicilio digitale valido entro trenta giorni, oltre i quali, se non ci saranno aggiornamenti da parte dell’impresa, provvederà all’assegnazione d’ufficio di un nuovo domicilio digitale oltre all’irrogazione della multa.

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