Un’azienda ha rivenduto 100mila iPhone, iPad e Watch da riciclare: Apple gli ha fatto causa

Il colosso tecnologico fa causa all’azienda canadese Geep, che si occupa del riciclo dei suoi dispositivi e che avrebbe reimmesso sul mercato oltre 100mila pezzi da smaltire

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Alcuni dispositivi come iPhone, iPad e Apple Watch destinati a essere dismessi e smaltiti sono invece stati rivenduti su mercati paralleli senza rispondere ad adeguati standard di sicurezza. Con questa accusa Apple ha fatto causa ai partner canadesi dell’azienda Geep, che si occupa del riciclo e del disassemblaggio dei dispositivi della Mela, chiedendo un risarcimento di oltre 22,7 milioni di dollari americani.

Secondo quanto riportato da The Verge, si tratta all’incirca di 103.845 dispositivi che tra il 2015 e il 2017 sono stati rivenduti in canali di vendita non autorizzati anziché essere distrutti, come prevedevano gli accordi presi da Cupertino con l’azienda canadese. Nel complesso, quella cifra rappresenta circa il 18% dell’intera quantità di iPhone, iPad e Apple Watch che Apple aveva dismesso durante quel periodo, all’incirca oltre 500mila dispositivi.

Il colosso tecnologico, che dal 2019 ha intensificato il suo impegno a rilasciare certificati di garanzia per i suoi dispositivi ricondizionati anche a venditori terzi – tra cui anche Geep –, ha scoperto la situazione attraverso un controllo eseguito su alcuni dei dispositivi che erano stati affidati alla società canadese per la dismissione e che invece risultavano ancora connessi a internet attraverso connessioni dati. Ma quel numero potrebbe essere superiore se si contassero anche i dispositivi che si connettono solo tramite wifi.

Dal canto suo, l’azienda partner si difende dicendo che l’iniziativa à stata presa da tre collaboratori senza che i vertici ne fossero informati, ma Apple sostiene invece che proprio i dirigenti fossero tra gli organizzatori di questo mercato parallelo.

E certamente la questione riguarda anche in maniera più ampia il tema dei rifiuti elettronici, che nel solo 2019 sono arrivati a circa 53,6 milioni di tonnellate secondo le statistiche riportate dal The Global E-waste Monitor 2020 delle Nazioni Unite con una crescita del 21% rispetto all’anno precedente. Nel complesso il valore commerciale del mercato dell’e-waste a livello globale è stimato attorno ai 41,97 miliardi di dollari per il 2019, ma si prevede che possa arrivare a crescere più del doppio in pochi anni, arrivando a quasi 103 miliardi di dollari nel 2027, secondo i dati di Statista.

Apple, così come anche altri colossi tecnologici, oltre a essere tra i principali produttori dispositivi ricondizionati, soprattutto per gli smartphone, ha anche avviato internamente alle sue fabbriche dei processi automatizzati di riciclo delle parti ancora utilizzabili dei suoi iPhone, così da poter immettere alcuni materiali nel processo produttivo e diminuire la produzione di rifiuti spesso impossibili da smaltire.

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